Assistiamo in questi ultimi tempi a rilevanti azioni di riforma dopo l’immobilismo che ha interessato gli ultimi decenni. Tali azioni hanno un impatto sui territori molto importanti cambiando storici riferimenti. Tale cambiamenti hanno delle luci e qualche ombra che necessitano di un dialogo e approfondimento in modo da portare un contributo non alle strumentalizzazioni di parte , ma al miglioramento degli interventi che interessano i territori. Un capitolo importante di queste azioni riguarda la lotta agli sprechi, alle inefficienze, alle autoreferenzialità istituzionali e politiche. La soppressione delle provincie, l’accorpamento delle Cciaa, la riduzione dei parlamentari di riferimento, la riduzione delle società di servizi pubblici locali ed altre norme nazionali che hanno impatto locale si accompagnano ad una serie di azioni delle Regioni che vanno nella stessa direzione. La stessa Regione Marche è attiva su vari temi , impegnata nella razionalizzazione della rete ospedaliera sino alle pressioni per la costituzione di un’unica Cciaa regionale al posto delle due concordate dal sistema e recepite in prima istanza dalla normativa nazionale , sino alla preannunciata azione per la costituzione di un unico confido regionale e molto altro ancora. Preme sottolineare che attualmente si osserva lo scontro tra due impostazioni culturali. Da una parte l’impostazione governativa e regionale che attualmente sembra soprattutto privilegiare il tema dell’accentramento dimensionale come la possibilità per il recupero di risorse e la qualificazione della spesa e dall’altra la vecchia impostazione localistica, storicamente perdente, che si oppone alla logica dell’accentramento e quindi alle perdite di potere locale senza portare argomenti convincenti sul tema del recupero delle risorse e della efficienza, in vari casi difendendo l’indifendibile. In tale scontro si rischia di non considerare una terza impostazione che invece recupera risorse e efficienza facendo leva sulla capacità della governance di esprimere livelli di produttività a prescindere dal solo livello dimensionale. Il punto critico della impostazione mirante al progressivo accentramento è quella da una parte di non considerare adeguatamente l’aspetto prevalente della capacità di governance per il miglioramento della produttività e dall’altra di non sviluppare un sistema di controllo e valutazione che sia la base per dei sistemi premianti al raggiungimento dei risultati. L’accentramento dimensionale normalmente viene gestito dagli stessi soggetti che in piccolo già non sono stati in grado di esprimere una adeguata capacità di governo e nello stesso tempo si sviluppa una sistema dirigistico della politica che si presenta come l’unica in grado di creare efficienza. Il contrario di una impostazione che richiede una svolta sussidiaria in cui si premia coloro che esprimono capacità di governo nei vari settori della vita sociale sulla base di un sistema di controllo e valutazione della qualità che premia i migliori perché più capaci di utilizzare le risorse per lo sviluppo del bene comune. Da questo punto di vista anche le forze vive dei territori sono chiamate, come molti già stanno facendo, non a difendere l’indifendibile , ma a sviluppare presenze locali efficienti, connesse in reti lunghe sovra locali, che chiedono alla politica un riconoscimento non in base alla forza della lobby, ma in base alla forza del misurato valore sociale creato.
-
Ultime News
- Autonomia? Per il bene comune non per il vantaggio di una parte 19 Novembre 2024
- Le proposte per la dorsale adriatica 19 Novembre 2024
- Assuefazione da guerra: la lezione di Francesco sulla forza di perdono e riconciliazione 14 Novembre 2024
- Giornata della Colletta Alimentare 14 Novembre 2024
- Il video del convegno dell’11/10/2024 17 Ottobre 2024
Categorie News