da il Resto del Carlino del 14 febbraio 2017
«Occorre una infinita pazienza di ricominciare». Padre Gianfranco Priori lo dice a sé e lo dice a quanti ieri mattina, ad Amandola, hanno preso parte all’incontro promosso dalla Fondazione San Giacomo della Marca. Sembra echeggiare il Cesare Pavese di «Èbello vivere perché vivere è cominciare, sempre ad ogni istante».L’auditorium Virgili è stracolmo di gente attenta.
Il Rettore del Santuario della Madonna dell’Ambro parla dei danni non solo materiali del terremoto. Anche psicologici: «un terremoto dell’anima». L’uomo non ha solo bisogno del mattone, ma di identità, amore, compagnia». Patrizia Vita aveva un B&B a Ussita. Il terremoto gliel’ha portato via. Lei è rimasta, in roulotte, insieme ad altre nove persone. È nata una «piccola comunità e una nuova avventura». Si sta insieme, si gioca a briscola, ci si interroga sul futuro. Ha riaperto un ristorante. Una piccola speranza. «Mettersi insieme» è il metodo. Cambiare modello di economia la riposta.
Roberto Di Mulo ha un’azienda (Angolo di Paradiso) e sei figli da tirar su, a cui trasmettere passione per lavoro e territorio. Andarsene sarebbe semplice. Restare è una sfida. Il futuro? Zootecnica, agro-alimentare, impegno per la salvaguardia del territorio e le sue creature, anche per le mucche e gli altri animali stressati dal sisma a cui Roberto ha cambiato alimentazione: ancora più sana per un prodotto ancor più sano.
«Siamo precari, non onnipotenti». Apre così il suo intervento Massimo Valentini, presidente della Fondazione San Giacomo della Marca. «Ci si batte sull’efficienza del potere e sulla ricostruzione immobiliare. Ma si sottace il punto decisivo: il soggetto uomo».
Il saluto finale, dopo quello iniziale del Presidente della CCIAA di Fermo Di Battista, spetta al sindaco Adolfo Marinangeli e ai suoi progetti per il futuro.