Articolo di Massimo Valentini pubblicato su “Il Resto del Carlino” di sabato 25 febbraio 2017
“In questa settimana i membri del Consiglio Camerale di Fermo, rappresentanti di associazioni imprenditoriali, banche,sindacati e associazioni varie, hanno deliberato all’unanimità l’accorpamento tra le Camere di Commercio di Ascoli,Fermo e Macerata utilizzando l’opportunità offerta dal decreto ministeriale dello scorso mese di novembre che obbliga agli accorpamenti per raggiungere alcuni limiti dimensionali (almeno 75 mila imprese). La strada dell’accorpamento Marche Sud è stata scelta in quanto la responsabilità diretta di una comunità territoriale specifica è ritenuta indispensabile per dare un supporto reale al sistema delle imprese locali , una comunità territoriale che ha una comunanza storica,culturale ed economico produttiva. Una comunità territoriale che dovrà affrontare anche negli anni a venire tutte le azioni necessarie per rendere abitabile e vitale anche dal punto di vista imprenditoriale tutta la zona del cratere del terremoto che interessa ben 131 comuni delle tre provincie. La delibera di accorpamento del Consiglio Camerale di Fermo segue quella presa a suo tempo dal Consiglio Camerale di Macerata ed ora si è in attesa del pronunciamento del Consiglio Camerale di Ascoli che ancora non è stato convocato per esprimersi su questo. E’ chiaro che ritardare un pronunciamento del Consiglio, facendo riferimento a scadenze formali quando è a tutti noto che proprio in questi giorni Unioncamere nazionale sta definendo l’assetto delle 60 camere che saranno presentate al Ministero dello Sviluppo Economico per il nulla osta definitivo, fa parte di una strategia che punta all’accorpamento in una Camera Unica Regionale senza assumersene la responsabilità di fronte al proprio territorio di riferimento. E’ invece il momento per ciascun componente del Consiglio Camerale di Ascoli di assumersi la responsabilità della propria scelta tra la opzione Marche Sud o l’opzione della Camera unica regionale. Recentemente i tre sindaci del comuni capoluogo di Ascoli, Fermo e Macerata hanno espresso il loro forte appoggio alla nascita di una Camera di Commercio Marche Sud in quanto i sindaci vivono quotidianamente il rapporto con il territorio e conoscono bene l’importanza di avere la presenza di un Ente prossimo alla propria comunità territoriale. Al contrario la Regione sino ad ora ha premuto, anche con un atto formale di Consiglio che non ha trovato opposizione da parte dei rappresentanti sia di giunta che di consiglio delle Marche Sud, per la nascita di una Camera Unica Regionale, ma certamente l’espressione della volontà dei territori sarà adeguatamente valutata senza creare inutili contrapposizioni in sede di parere richiesto alla Conferenza Stato-Regioni . Anche nel caso specifico del tema Camere di Commercio si ritorna al dibattito centrale nella nostra regione su cosa oggi può raggiungere efficienze e ottimizzazioni nella azioni socio-politiche. Da una parte c’è chi sostiene che solo una centralizzazione burocratica può raggiungere questi obiettivi, ma la realtà mostra chiaramente che i risultati non sono assolutamente efficienti al riguardo a cominciare dall’esempio eclatante della gestione post-terremoto, dall’altra invece c’è chi sostiene l’importanza fondamentale della comunità locale che è in grado di esprimere un protagonismo di soggetti locali capaci di creare queste efficienze e fornire un contesto adeguato, anche dal punto di vista umano, per rendere possibile la partecipazione delle imprese locali alle filiere non sono regionali, ma nazionali ed internazionali , oggi fondamentali per lo sviluppo d’impresa. Il ruolo del Pubblico pertanto è soprattutto quello di valutare e misurare queste efficienze espresse dalle comunità locali prevedendo sistemi premianti che valorizzano merito e capacità.
Da questo punto di vista la sfida riguarda anche i soggetti delle rappresentanze sociali e imprenditoriali che saranno in grado di raggiungere questi risultati se il personalismo che mette al primo posto sé stessi viene sostituito dal servizio gratuito e appassionato al proprio territorio, se le organizzazioni superano una autoreferenzialità collaborando sempre di più tra di loro per sostenere i progetti a favore di qualsiasi impresa, se le organizzazioni sempre più si trasformano da lobby a spazi aperti in cui al centro c’è la singola persona che intraprende e non il potere che uno ha. Un cammino difficile, ma possibile e in diverse situazioni già positivamente in atto.