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Al centro della ricostruzione

6 Febbraio 2017

Articolo di Massimo Valentini su il Resto del Carlino del 5.2.2017

 

Dopo le ultime scosse e i danni creati dalle intense nevicate nelle nostre zone terremotate non si può non ritornare su questo tema in quanto la sfida che oggi viene fatta alle persone residenti in tali zone è talmente forte che non basta qualche predica, un generico ottimismo o lo slancio sentimentale di un momento per poter resistere o per poter aiutare realmente. In questo momento c’è bisogno in primo luogo non di esperti, ma di persone che siano in grado di condividere semplicemente il bisogno dell’altro, perché in tale condivisione innanzitutto si fa l’esperienza di un aiuto per sé in quanto questa precarietà assoluta ci riconduce alla situazione originaria di ciascuno che normalmente è offuscata, ma di cui è necessario essere consapevoli per affrontare adeguatamente la realtà. In tale condivisione poi è possibile comprendere cosa rende l’io irriducibile alle difficoltà. Da alcune persone in azione nell’area del terremoto si vede chiaramente che il desiderio della persona è talmente forte che non si blocca di fronte all’ostacolo e riparte sempre, che tale desiderio viene mantenuto vivo in una socialità in cui la persona consiste, che nella circostanza seppur drammatica emerge sempre una possibilità di bene che in primo luogo è il cambiamento di sé. Sembrano considerazioni astratte , ma paradossalmente qualsiasi progetto di ricostruzione delle zone terremotate non può prescindere nella sua concretezza dalla presenza di un soggetto che ha questa forza. A che cosa serve una ricostruzione centrata sul recupero edilizio di seconde o terze case che verranno abitate 15 giorni all’anno ? Certamente il fenomeno migratorio che ha interessato pesantemente la zona dei Monti Sibillini a partire dagli anni 50 e che è ancora continuato in questi anni, anche se con tassi più contenuti, potrebbe avere realisticamente un forte accelerazione dopo gli eventi sismici e sicuramente una ricostruzione immobiliare non potrà arrestare questo fenomeno. Allora si comprende anche in una visione strategica la centralità di un soggetto e di una comunità sociale per la vera ricostruzione. L’esperienza di persone che abbiamo evidenziato sopra assicura una capacità di affronto della situazione e quindi l’avvio di percorsi di lavoro che possono rendere possibile la permanenza futura di una comunità in quelle zone. Infatti per poter vivere in un luogo non si può prescindere dal lavoro che radica in un territorio famiglie e comunità che si rigenerano nel tempo e il lavoro non può non essere connesso in quelle zone allo sviluppo di attività economico produttive che in primo luogo vanno a valorizzare le grandi risorse che questo territorio ha. La zona dei Monti Sibillini ha infatti una vocazione particolare sia per quanto riguarda le produzione tipiche che i vari tipi di turismo connessi alla natura. Come poter sostenere tutto questo ? La ricostruzione immobiliare con avanzati criteri antisismici può essere solo lo strumento della ricostruzione di un soggetto e di una comunità sociale che siano in grado di sviluppare attività economiche generatrici di lavoro. Da questo punto vista è auspicabile che negli interventi governativi e regionali per le aree terremotate sia sempre di più affermata la centralità del sostegno all’impresa locale , sia per le esistenti che per le start-up. Da questo punto vista prevedere per l’area montana dei Sibillini una fiscalità di vantaggio per 10 anni per le imprese che operano nei settori che valorizzano le peculiarità naturali della zona appare una proposta coerente con la priorità espressa. Il nuovo decreto terremoto approvato in questi giorni dal governo recepisce in alcuni aspetti l’importanza del sostegno alle attività, ma si spera che gli interventi integrativi possano avere il respiro strategico sopra espresso. Poi ci sono una miriadi di strumenti venuti fuori dalla sensibilità di Enti e Associazioni che offrono opportunità molto interessanti e che vanno conosciuti e integrati . Il prossimo 12 febbraio ad Amandola parleremo di tutto questo per condividere, conoscere e contribuire ad una vera ricostruzione.

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