In questi tempi, dinanzi ai disastri della natura e ai disastri della guerra si fa l’esperienza di una apparente impotenza. E’ come se ci trovassimo disarmati dinanzi agli squilibri della natura a volte prodotti dallo stesso uomo e dinanzi alla follia della guerra. La guerra in Ucraina, che doveva essere responsabilmente evitata prima del suo insorgere, ha già prodotto 200 mila morti tra ucraini e russi, sta distruggendo un paese creando enormi disagi alla popolazione civile, ha provocato una crisi economica in cui il rialzo dei prezzi e la recessione sono entrati nelle case della povera gente dell’Europa. Tanti non riescono più ad arrivare a fine mese e i governi non riescono a fronteggiare il bisogno sociale emergente. La finanziaria del governo italiano per 2/3 serve per calmierare l’impatto del rialzo dei prezzi energetici per i prossimi 3 mesi . E dopo ?
Al momento non si vedono segni di pacificazione e la guerra diviene sempre più brutale in quanto i poteri in causa sono protesi a vincere e non a ricercare una mediazione che sorge solo da un ascolto delle ragioni reciproche.
Da dove può nascere oggi una speranza ? Una speranza che indomitamente continua a chiedere pace e giustizia ?
Nasce solo guardando piccoli fatti che sembrano irrilevanti, ma che invece hanno il potere di cambiare il cuore dell’uomo. Fatti che fanno emergere uno sguardo appassionato al bisogno dell’uomo, un bisogno che viene abbracciato e accompagnato. In questo abbraccio anche ciascuno di noi diviene più umano perché può guardare al proprio bisogno liberamente, senza censurarlo, aprendosi a questo sguardo che afferma la sacralità della persona e quindi anche di me, di te, di chi è dimenticato.
Il titolo della campagna Avsi di quest’anno nasce dall’incontro con Vira, una donna ucraina che come noi desidera la pace.
La pace è possibile. Cominciamola noi
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Grazie a Cesare Catà che ci ha condotto magistralmente in un dialogo con i personaggi di William Shakespeare
Massimo Valentini