Dalla lettura dei dati della ricerca su “ Monitor Marche 2014: Start-Up e Giovani imprese” che presenteremo il prossimo 4 novembre a Fermo all’interno di Innwork, emergono una serie di considerazioni. Il fenomeno delle nuove imprese rimane rilevante, ma negli ultimi anni nelle Marche si è osservato un saldo negativo tra aperture e chiusure di imprese, con un parziale recupero nell’anno corso su cui però occorre una verifica a fine anno. Il 45% delle nuove aperture riguarda giovani sino ai 35 anni, rimane alto l’aspetto motivazionale dell’autorealizzazione che si posiziona al 54,3% , ma appare in leggera crescita la motivazione dell’autoimpiego (32,2%) dettato dalla necessità di trovare un lavoro da parte dei tanti disoccupati. E’ evidente una criticità contestuale data dalla recessione della nostra economia nazionale che giustifica il dato sulla paura di insuccesso da parte dei possibili nuovi imprenditori che ci posiziona al secondo posto in Europa dopo la Grecia.
Una specifica criticità strumentale riguarda le Marche ove sono stati previsti una serie di strumenti per l’avvio dell’impresa lasciando però sguarnita la delicata fase del post avvio e dell’accesso al capitale di rischio. Le macro criticità contestuali si riflettono anche in una criticità micro che riguarda il singolo neo imprenditore. Risalta il dato della formazione di base dei neo imprenditori che per il 41,3% hanno scuola dell’obbligo o formazione professionale che si riflette nel dato sorprendente sulle difficoltà riscontrate che solo il 5,9 % individua nella finanza e ben il 45% nel mercato.
E’ di tutta evidenza che oggi in primo luogo si pone il tema di una adeguata soggettività imprenditoriale, in grado di operare in un mercato così globalizzato e competitivo. Per rispondere a questa problematica, ci aiuteranno dei racconti di storie di imprese che proporremo all’intervento del convegno in cui emergeranno gli elementi di una strada possibile e percorribile da chi accetta la sfida del cambiamento.
Il tema della rete, così dibattuto, ma che va ancora compreso nella sua rilevanza culturale ed operativa, appare l’unica strada possibile per non disperdere la nostra ricca tradizione imprenditoriale che si può evolvere in un nuovo modo di fare impresa, in grado di mantenere una presenza sui mercati.
Il primo aspetto di una architettura della rete riguarda l’Hub Sistema Locale che, come ancora solo in parte sta avvenendo per la persistenza di visioni autoreferenziali, è riferimento di uno stabile lavoro comune tra Istituzioni, Università, CCIAA, associazioni, imprese, fondazioni, banche ecc.. per essere presenti come sistema nel contesto nazionale, europeo ed internazionale, avendo come scopo quello di creare un ecosistema di sostegno all’impresa e quindi al lavoro. Il secondo aspetto dell’architettura della rete riguarda l’Hub Impresa Top o Università che, come vari esempi già documentano, promuovono reti di
filiera ove le imprese possono iniziare, crescere e competere. Per ultimo è fondamentale lo sviluppo dell’Hub Rete Sociale, come documentano il lavoro di alcune associazioni, all’interno del quale l’imprenditore può trovare un luogo umano di relazioni ove poter crescere, sia umanamente che professionalmente, in un confronto costante e in un lavoro comune con altri.
Il pericolo dell’autoreferenzialità non riguarda solo le istituzioni, ma le singole persone che per crescere hanno bisogno di stabilire delle relazioni significative.
Le esperienze in atto documentano che questa strada è possibile, ma occorre da parte di tutti decisione e velocità nell’intraprenderla.