E’ stata proprio una sorpresa ! L’aperitivo della Fondazione di domenica scorsa si titolava “Sotto lo stesso cielo” e prevedeva un percorso musicale proposto da Diego Mercuri, suggerito liberamente da chi tra i partecipanti voleva proporre un brano significativo per sé, interpretato da Diego con la sua splendida voce e una interpretazione personale che lo rende unico.
E’accaduto qualcosa di inaspettato! Siamo partiti con la proposta di Emma Rossi di “Vorrei” di Francesco Guccini che ripropone poeticamente la necessità del’amore per la completezza di sé in quanto “non sono quando non ci sei e resto solo coi pensieri miei”, poi sempre sul tema Andrea Attilio Subrini ci propone “Tougher than the rest” di Bruce Springsteen che introduce un nuovo elemento a questo cammino dell’amore in quanto “…. La strada è buia ed è una linea sottile, sottile, ma voglio che tu sappia che la percorrerò per te ogni momento….”. C’è la percezione che la strada dell’amore deve attraversare la complessità della vita e della realtà. Sempre sul tema Diego Mercuri propone “Born to run”di Bruce Springsteen e un suo pezzo titolato “I’ll get on the train“. Si introduce con questi pezzi il tema del compimento del destino, più grande dell’amato che non può bastare a colmare il nostro desiderio, destino che possiamo raggiungere camminando insieme verso la meta, Bruce così dice in “Born to run” : “…. Le autostrade sono piene di eroi distrutti alla guida della loro ultima possibilità. Sono tutti in fuga, stanotte,ma non è rimasto più nessun posto dove nascondersi. Insieme Wendy possiamo sopportare la tristezza. Ti amerò con tutta la pazzia della mia anima. Un giorno ragazza, non so quando, arriveremo in quel posto dove davvero vogliamo andare e cammineremo al sole….”. Nel rapporto amoroso poi si fa
l’esperienza di una insufficienza, di un tradimento.
Andrea Collina propone “ Shelter from the storm” di Bob Dylan che a un certo punto del brano così dice “… Ora c’è un muro tra di noi, qualcosa è andato perso, io ho dato troppo per scontato, tutto mi si è complicato. Se solo penso che tutto cominciò in un mattino da tempo dimenticato. Entra – disse lei – ti darò riparo dalla tempesta …..” ed anche Dylan ribadisce la necessità di un cammino da compiere e una nostalgia irriducibile da colmare: “…. Vivo in un paese straniero ma sto per attraversare il confine, la bellezza cammina sul filo del rasoio, un giorno la farò mia. Se solo potessi tornare indietro all’ora in cui Dio e lei nacquero ……” Siamo arrivati ad un punto di contraddizione che sembra irrisolvibile, la canzone proposta e interpretata splendidamente da Giulietta Yu Natalucci “WicKed Game” di Chris Isaac lo
ripropone : “ Non c’è nessuno al mondo che non ami qualcuno” e nello stesso tempo se ne coglie la sua fragilità tanto che il ritornello è “No, non voglio innamorarmi (questo mondo finirà sempre per spezzarti il cuore)”. Il pezzo proposto da Tonino Barchetta ci fa fare un’ulteriore approfondimento perché pone il tema del limite dell’uomo, del suo peccato, della sua incapacità e comunque solo attraversandoli può appalesarsi una strada possibile. “Quante volte” di Vasco Rossi così recita: “….Quante volte ho pensato nella vita voglio fare quello che mi va, poi le cose mi sfuggivan tra le dita e arrivava la realtà ….” . E’ necessario che arrivi qualcosa che ci possa aiutare a compiere la strada, a non fermarci al nostro limite, che incontriamo qualcuno che lo ami questo limite per trasformarlo. Ed arriviamo a “Reason to believe” di Bruce Springsteen dove uno sguardo ci fa cogliere una positività nelle situazioni drammatiche della vita, qualcuno che in primo luogo ci fa comprendere chi siamo, ovvero un desiderio irriducibile pronto a riconoscere il Bene presente nella realtà . “ …. Una cosa strana mi ha colpito,davvero strana signore,come alla fine di ogni dura sudata giornata di lavoro la gente trovi una ragione in cui credere …….” è il ritornello della canzone. Uno sguardo che incrociamo e che ci rivela una tenerezza per l’umano appassionatamente desiderata, sguardo che emerge dalla canzone proposta da Marcello Sergi “ The Ghost of Tom Joad” ancora di Bruce Springsteen : “……..Diceva Tom: “Mamma, dovunque un poliziotto picchia una persona, dovunque un bambino nasce gridando per la fame, dovunque c’è una lotta contro il sangue e l’odio, nell’aria cercami e ci sarò. Dovunque si combatte per uno spazio di dignità, per un lavoro decente, una mano d’aiuto dovunque qualcuno lotta per essere libero, guardali negli occhi e vedrai me……”. Ci colpisce la canzone perché fa riemergere dalla memoria come questo sguardo una volta lo abbiamo incrociato, anzi lo abbiamo visto anche nella serata e possiamo rivederlo ogni giorno se lo cerchiamo. Lo rivediamo tale sguardo nella testimonianza di Marco Trevisan di Avsi che conclude la serata. Ci racconta la presenza di Avsi in Uganda interessata a ridare dignità alla singola persona che incontrano e che proviene da situazioni veramente disastrate. Marco ci racconta alcune storie e si vede che l’umano riparte solo se si incrocia questo sguardo che ti vuole bene, facendoti scoprire la dignità del tuo essere. Allora la carità diviene un atto necessario per affermare la presenza di questo sguardo come l’unica speranza della vita, per me e per te.
Che bello!!!